Vª Domenica di Pasqua

Dal Vangelo di Giovanni 15,1-18

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

UN’UNICA RADICE E UN’UNICA LINFA

Cristo è la vite e noi i tralci: noi e lui la stessa pianta, la stessa vita, l’unica radice, una sola linfa. E il Padre è il vignaiolo: Gesù insegna attraverso le parole semplici della vita e del lavoro. Un Dio che ci lavora, si dà da fare attorno a noi. La sua gioia è che noi portiamo frutto che viviamo in pienezza. Con l’Incarnazione di Gesù, Dio si innesta nell’umanità e ci trasmette la sua linfa vitale: la vita eterna, la capacità di amare, la libertà e l’intelligenza. La vite-Gesù fa scorrere la linfa in tutti i tralci e fa circolare forza divina per ogni nostra fibra. Da lui abbiamo vita dolcissima e forte. Il suo giogo è dolce e il suo carico leggero… Dio che ci è intimo, che ci scorre dentro, tu vuoi che ti siamo familiari…ci vuoi in una comunione di amore… Quale tralcio desidererebbe staccarsi dalla pianta? Se si staccasse morirebbe. Ogni tralcio che porta frutto lo pota perché porti più frutto. Potare la vite non significa che lui ci invia sofferenze, ma che ci dona forza perché taglia ciò che ci appesantisce: la potatura è un dono per la pianta. Dio opera perché siamo di più, per intensificare tutto ciò che di più bello e promettente abita in noi. Tra il ceppo e i tralci della vite, la comunione è data dalla linfa che sale e si diffonde fino all’ultima gemma. Noi portiamo un tesoro nei nostri vasi d’argilla, un tesoro divino: c’è un amore che sale lungo i ceppi di tutte le vigne, di tutte le esistenze, un amore che sale in me e irrora ogni fibra. Quante volte l’abbiamo percepito, nelle stagioni del nostro inverno, nei giorni dello scontento; abbiamo visto rifiorire la nostra esistenza che sembrava finita. Sì questo succede spesso se ci si abbandona al suo amore: famiglie che sembravano distrutte, ripartono e ricominciano daccapo. E perfino le spine di dolore per la perdita di un proprio caro, ha fatto rifiorire. La vita divina scorre in noi: prendiamone coscienza. Se noi sapessimo quale energia c’è dentro di noi! Hai dentro una vita che viene da prima di te e va oltre te.

Don Marco