TERZA DOMENICA DI QUARESIMA

Dal Vangelo di Giovanni 4,5-42

Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre…Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui. E quando giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni».

CREDIMI DONNA!

I

desideri che portiamo nel profondo dell’anima sono come una sete che stringe il nostro cuore e lo spinge a vagare, a volte in modo doloroso, alla ricerca di qualche sorgente, di qualche pozza d’acqua dove estinguere la nostra intima arsura. Nell’ora più calda del giorno anche Gesù è stanco e si siede presso il pozzo di Giacobbe; vuole condividere con noi questo cammino faticoso che la vita umana offre a ciascuno ma vuole indicarci la buona sorgente che possa estinguere finalmente la nostra sete del cuore. Noi tutti siamo come la Samaritana; abbiamo vissuto una vita disordinata, confusa, spesso portiamo nel cuore un grande vuoto che le tante avventure dell’esistenza non hanno saputo colmare. Abbiamo voluto dissetarci a «cisterne screpolate», ad acque stagnanti, ma Cristo ci dona l’acqua viva, zampillante, quella che non solo disseta ma purifica, libera l’anima dalla sporcizia accumulata, fa gioire, feconda i semi di bene dimenticati nel profondo del nostro cuore e che ora a contatto con l’acqua viva germogliano nuovamente donandoci la speranza della vita nuova. Ma in un certo senso noi siamo dei pozzi che hanno in fondo hanno qualcosa che blocca l’uscita dell’acqua fresca. Queste cose sono il nostro io pieno di sé, il riempirci di cose, rumori, pensieri negativi uniti alla incapacità di perdonare e dimenticare i torti dove le nostre ragioni finiscono per chiuderci nel nostro piccolo mondo. La proposta di questa domenica per il cammino verso la Pasqua è di rientrare in noi stessi e nel silenzio non avere paura di fare la verità in noi stessi. Purificarci è ritrovare la fiducia in Dio che ci rinnova e guarisce il nostro cuore dalle ferite che ci chiudono e ci tolgono la pace e la calma. Abbiamo bisogno di purificarci dalle logiche troppo umane che spesso sono povere di fede. Essere purificati significa immergersi nell’amore di Dio che ci salva e ci rende nuove creature.

Don Marco