XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Dal Vangelo di Luca 13, 22-30

In quel tempo, Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”»

SEI TU LA PORTA DELLA VITA

S

iamo sinceri, il brano di questa domenica ci inquieta. C’è una porta stretta: per entrarci è richiesto uno sforzo; la parola “stretto” evoca in noi immediatamente un senso di scomodità, fatica, disagio. Basterebbe questo! invece no, Gesù rincara la dose: a un certo punto il padrone di casa chiude la porta, gli esclusi bussano e non ottengono nulla, se non la conferma che il loro posto è proprio lì, fuori dalla porta. Credevano di essere gli invitati speciali e invece…nessuna accoglienza, per coloro che si ritenevano i fedelissimi; anzi con la loro insistenza ottengono l’invito ad allontanarsi. Ma come, non ci hanno insegnato che il Signore perdona sempre? Non è Lui che apre la porta a tutti, e che dà la possibilità di riscattarsi anche all’ultimo minuto? Sembra una sentenza definitiva senza possibilità di appello, e in un certo qual modo, si fa largo in noi questo pensiero: se mi trovassi io a bussare fuori dalla porta? Il Signore mi riconoscerebbe? Ancora una volta Gesù ci invita a liberarci dai nostri schemi, fatti di misure e calcoli, per riportarci all’essenziale, La Relazione con Lui. A prescindere dalle dimensioni della porta, in origine c’è un Invito: vieni a casa mia, entra c’è posto! (Mt 22, 1-14). Ciò che intravediamo al di là della porta ci piace: sa di festa, di vita buona e autentica. Ha il sapore di quella pienezza che sperimentiamo quando ci riconosciamo creature amate dal Signore, quando ci è dato il dono di intuire la sua presenza al nostro fianco, quando negli occhi dei nostri fratelli riconosciamo il Suo volto. Il brano del Vangelo ci dice che tutti possiamo godere di questa pienezza…ma non è una passeggiata, la porta non è un portone. Il cammino è esigente, fatto di tanti piccoli passi che richiedono fedeltà, umiltà e perseveranza. Non è semplice seguire Gesù, perché tendiamo a costruirci una porta su misura, dimenticandoci che la porta è Lui! Allora stiamo con Lui, leggiamo il Vangelo, facciamo spazio alla Parola e lasciamo che si incarni nella nostra vita. Sappiamo che quella porta Sei Tu o Signore, che non ti stanchi di aprirci ed accoglierci a braccia aperte. È così che allora la nostra vita diventa una festa…in attesa della Grande festa in Paradiso.

Don Nicola