IV DOMENICA DI AVVENTO

Dal Vangelo SECONDO Giovanni 1, 6-8.19-28.
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.

DIO E’ IL NOSTRO SI’

Oggi leggiamo un Vangelo controcorrente: per la prima volta nella Bibbia un angelo si rivolge a una donna; in una casa qualunque e non nel santuario; nella sua cucina e non fra i candelabri d’oro del tempio. In un giorno ordinario, segnato però sul calendario della vita (nel sesto mese…). La prima parola è rallegrati! Maria, sei piena di grazia. Sei riempita di cielo, non perché hai risposto “sì” a Dio, ma perché Dio per primo ha detto “sì” a te. Lui è il nostro “sì”  prima ancora di ogni nostra risposta. Dio non si merita, si accoglie. L’Altissimo si è innamorato di te e ora il tuo nome è: amata per sempre; come lei anch’io sono amato da sempre. Tutti, teneramente, gratuitamente amati per sempre. Il Signore è con te cioè egli è intimo a te. Tale espressione avrebbe dovuto mettere in guardia la ragazza, perché quando si esprime così Dio sta affidando un compito bellissimo ma arduo: chiama Maria a una storia di brividi e di coraggio. Maria, avrai un figlio, tuo e di Dio, un figlio di terra e di cielo. Gli darai nome Gesù. Anche qui Dio è novità: solo il padre poteva dare il nome al proprio figlio. Maria è pronta, intelligente e matura, dopo il primo turbamento non ha paura, dialoga, obietta, argomenta. Sta davanti a Dio con tutta la consapevolezza, pone domande: spiegami, dimmi come avverrà. Maria chiede il senso e il come, invece Zaccaria esigerà un segno, qui sta la differenza. E l’angelo: viene l’infinito nel tuo sangue, l’immenso diventa piccolo in te. E tuttavia Gabriele si ferma a spiegare l’inspiegabile, a rassicurarla: parla di Spirito sulle acque come all’origine, di ombra sulla tenda come al Sinai, la invita a pensare in grande, più in grande che può: fidati, sarà Lui a trovare il come.  Lo Spirito poteva scegliere altre strade, certo, ma senza il corpo di Maria il Vangelo perde corpo, diventa ideologia o etica. Adesso ancora Dio cerca madri. Sta a noi, come madri amorevoli, aiutare il Signore a incarnarsi in questo mondo, in queste case e strade, prendendoci cura della sua parola, dei suoi sogni, del suo vangelo. Dio vivrà per il nostro amore.
Don Marco