Dal Vangelo SECONDO Giovanni (10,1-10)
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Il Buon Pastore
I simboli cristiani dei primi secoli erano molto semplici ed immediati ed ogni volta che visito le catacombe a Roma, mi colpisce l’immagine del pastore. Viene spesso raffigurato un giovane che porta sulle spalle una pecora. Lì si riconosce facilmente Gesù buon Pastore. Egli raccoglie le sue pecorelle nell’ovile e non vuole che si perdano o siano sbranate dai lupi. L’amore e la tenerezza di Gesù emerge eloquente! Egli si prende cura di ognuno di noi, con amore gratuito ed infinito. Egli ci ama senza pretendere nulla in cambio. Ci rispetta con una delicatezza che ci commuove. E’ attento a che non ci facciamo del male, che non perdiamo noi stessi nel vortice di un “io” che molto spesso vuole essere come “un dio” che spadroneggia sugli altri. Gesù invece ci insegna ad ascoltare la sua voce soave, ad essere docili affinché possiamo camminare sulle vie meravigliose della libertà. Egli ci vuole salvi e felici con il cuore pieno di fede e di amore verso di lui e gli altri. E’ l’immagine concreta del Buon Pastore! In questa giornata così densa di significato la Chiesa vuole farci riflettere sulla grandezza della vocazione. Ogni cristiano è chiamato da Dio ad essere suo, ad essere con-sacrato, cioè immagine della mitezza e umiltà di Gesù, capace di accogliere tutti incondizionatamente. Ogni cristiano che si dice tale deve specchiarsi in Gesù ed imparare da lui ad essere mite ed umile di cuore. Nella comunità cristiana il volto del Buon Pastore assume concretezza nella specifica chiamata alla santità di ciascuno di noi: i sacerdoti, uomini chiamati a guidare le comunità comunicando i tesori della salvezza; le religiose e religiosi che nella loro verginità diventano segno del dono totale di sé alla causa del Vangelo; nel matrimonio i cui sposi rappresentano l’amore e la cura di Cristo per ognuno. Tante sono le vocazioni, come lo sono i colori. Il prisma scompone la luce bianca in tanti colori, così luce divina che passa in ciascuno di noi proietta un arcobaleno meraviglioso di vocazioni nella Chiesa.
Don Marco