Dal Vangelo di Luca 13,22-20
In quel tempo, Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”».
Sono pochi quelli che si salvano?
Il Vangelo di questa Domenica ci informa che un giorno fu chiesto a Gesù: “Sono pochi quelli che si salvano?” La domanda, come si vede, verte sul numero; in quanti ci si salva? Gesù, rispondendo, sposta il centro dell’attenzione dal quanti al come ci si salva, cioè entrando “per la porta stretta”. Questo modo di fare di Gesù non è strano o scortese. È semplicemente l’agire di uno che vuole educare i discepoli a passare dal piano della curiosità, a quello della vera sapienza. Non serve nemmeno, o comunque non basta, il fatto di appartenere a un determinato popolo, a una determinata razza, tradizione, o istituzione, fosse pure il popolo eletto da cui proviene il Salvatore. Ciò che mette sulla strada della salvezza non è un qualche titolo di possesso (“Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza…”), ma è una decisione personale, seguita da una coerente condotta di vita. Questo è più chiaro ancora nel testo di Matteo che mette in contrasto tra di loro due vie e due porte, una stretta e una larga (cf. Mt 7, 13-14). Perché queste due vie sono chiamate rispettivamente via “larga” e via “stretta”? È forse la via del male sempre facile e piacevole da percorrere e la via del bene sempre dura e faticosa? Qui c’è da fare attenzione per non cadere nella solita tentazione di credere che tutto va magnificamente bene quaggiù ai malvagi e tutto invece va sempre storto ai buoni. La via degli empi è larga, sì, ma solo all’inizio; a mano a mano che ci si inoltra in essa, diventa stretta e amara. Diventa, in ogni caso, strettissima alla fine, perché finisce in un vicolo cieco. La gioia che in essa si prova ha come caratteristica di diminuire via via che la si gusta, fino a generare nausea e tristezza. Lo si vede in certi tipi di ebbrezze, come la droga o l’alcol, il sesso. Occorre una dose o uno stimolo sempre più grande per produrre un piacere della stessa intensità. Fino a che l’organismo non risponde più ed è lo sfacelo, spesso anche fisico. La via dei giusti invece è stretta all’inizio, quando la si imbocca, ma poi diventa una via spaziosa, perché in essa si trovano speranza, gioia e pace del cuore.
Don Marco